        E&rsquo; il terzo titolo consecutivo della costa est che va a un pilota non americano, Tom Vialle (KTM), nove anni dopo il suo illustre predecessore, segue le orme di Marvin Musquin, eguagliandolo nel numero dei titoli conquistati, con all&rsquo;attivo due mondiali MX2 e uno nella 250SX East, diventando il settimo francese a vincere un titolo in Supercross dopo Jean Michel Bayle (1991), Michael Pichon (&rsquo;95-&rsquo;96), Stephane Roncada (2000), Christophe Pourcel (&rsquo;09-&rsquo;10), Musquin (2015) e Dylan Ferrandis (&rsquo;19-&rsquo;20).  Lo spettacolo all'interno dello stadio di Salt Lake City Hampshire in forma super gi&agrave; dalle prove Al termine delle prove cronometrate &egrave; proprio il pilota della Husqvarna a far segnare il miglior giro del secondo Showdown East/West dell'anno, precedendo lo sfidante di Vialle, Haiden Deegan (Yamaha) e Jordon Smith (Yamaha), con Vialle nono. Nella Heat della costa orientale &egrave; Danger Boy Deegan ad aggiudicarsi la gara, precedendo Daxton Bennick (Yamaha) e Seth Hammaker (Kawasaki), con Vialle ancora nono, mentre nella Heat della costa occidentale &egrave; lo sfidante per il titolo Levi Kitchen (Kawasaki) ad aggiudicarsi la vittoria prendendo Hampshire e Nate Trasher (Yamaha).  Deegan Precede il compango Smith col quale ci sar&agrave; un contatto in seguito Deegan si aggiudica la terza gara in stagione Al via del Main Event &egrave; Vialle a scattare meglio di tutti ma curva largo ed &egrave; Deegan a centrare l'holeshot davanti a Nick Romano (Yamaha), con Hampshire subito veloce e 4&deg; alle spalle di Smith e Kitchen sesto. Intanto Vialle che si &egrave; ritrovato nono dopo la partenza &egrave; piuttosto contratto e fatica a risalire, portandosi al settimo posto dopo sei giri, mentre Hampshire &egrave; terzo. Nel corso del 14&deg; passaggio Smith tenta l&rsquo;attacco sul compagno di squadra Degna ma fallisce e cade a terra dopo un contatto, lasciando il 2&deg; posto ad Hampshire, ripartendo 3&deg;, prima di essere passato da Jo Shimoda (Honda).  Gara nervosa per Vialle che ha sofferto ma ha conquistato il titolo 250SX East Hampshire e Vialle sono Campioni, Deegan, &egrave; nata una stella? Hampshire spinge e arriva alle spalle di Deegan ma il tempo a disposizione &egrave; finito e il pilota Yamaha vince la gara, mentre l&rsquo;alfiere della Husqvarna gli arriva in scia e vince il titolo della costa ovest. Vialle transita sul traguardo ottavo e si aggiudica il titolo della costa est, con Smith che nel finale ha la meglio su Shimoda e chiude sul podio. Il francese precede in classifica di campionato Deegan di 4 lunghezze, mentre Hampshire &egrave; campione con 5 punti su Kitchen.&nbsp;  Il team Husqvarna celebra il titolo conquistato da Hampshire nella 250SX West       

Il francese due volte iridato in MX2 riesce a centrare l&rsquo;impresa nella 250SX East, mentre Hampshire regala il secondo titolo della serata al gruppo KTM vincendo la SX250 West

SX250: Vialle e Hampshire i nuovi campioni

        La pista del Colorado in passato si &egrave; spesso rivelata cruciale per la vittoria della corona della 450SX e della 250SX e qui, per la terza stagione consecutiva, l&rsquo;Empower Field potrebbe ospitare la gara decisiva per l&rsquo;assegnazione di un titolo. Il 50% dei vincitori di Denver della 450SX si sono poi laureati campioni e nel 2023 proprio Lawrence, vincitore della gara di Philadelphia una settimana fa, si aggiudic&ograve; la corona della 250SX West in Colorado.  Jason Anderson, sul podio a Philadelphia e vincitore a Denver nel 2022 Denver SX450 2023 e il dramma Tomac Dopo aver vinto a Denver il titolo del 2019, lo scorso anno Eli Tomac (Yamaha) sub&igrave; proprio qui a casa sua, la rottura in gara del tendine di Achille, dando cos&igrave; l&rsquo;addio al titolo, vinto dal Campione in carica Chase Sexton (KTM). Quest&rsquo;anno se Jett Lawrence (Honda) vincesse e Cooper Webb (Yamaha) finisse 12&deg; o peggio, il pilota della HRC, sarebbe campione con un round di anticipo. Webb rimarrebbe in corsa con qualsiasi piazzamento tra i primi 11 e potrebbe conquistare la tabella rossa con una vittoria, con il rivale sul traguardo oltre il nono posto. Tomac e Sexton sono ancora matematicamente in corsa per il campionato ma avrebbero bisogno che sia Lawrence che Webb finiscano fuori dalla top 10 degli ultimi due Main Event.  Denver potrebbe essere l'ultima possibilit&agrave; per Webb per tenere vive le speranze di titolo Dopo 15 anni un non americano in caccia del titolo 450SX Dopo 15 anni Jett potrebbe cos&igrave; diventare il primo non americano a vincere il titolo della classe regina, impresa per il momento riuscita solo ad altri quattro piloti nella cinquantenaria storia della serie a stelle e strisce. Nel 1973, anno del primo campionato, fu l&rsquo;olandese Pierre Karsmakers (Yamaha) ad aggiudicarsi il titolo della 250, nel 1985 e nel 1987, lo scozzese&nbsp; Jeff Ward (Kawasaki) vinse due titoli, nel 1991, tocc&ograve; a Jean Michel Bayle (Honda) vincere e nel 2004 e 2008, una volta con la 250 due tempi e l&rsquo;altra con la 450 quattro tempi, fu un altro australiano, Chad Reed (Yamaha), ad imporsi. Da allora nessun altro &ldquo;straniero&rdquo; &egrave; stato in grado di competere per il titolo.&nbsp;  Il podio della 450SX di Philadelphia, da sx: Anderson, Lawrence e Sexton In 250SX RJ Hampshire e Kitchen in lotta per la costa Ovest In 250SX, dopo aver conquistato a Nashville la sua terza vittoria della stagione, RJ Hampshire (Husqvarna) detiene la tabella rossa con 2 soli punti di vantaggio su Levi Kitchen (Kawasaki). Il suo rivale, vincitore di tre degli ultimi quattro round, prima del disastro di Nashville nel quale ha posrtato a casa solo 8 punti, ha 16 lunghezze di vantaggio su Jordon Smith (Yamaha), terzo in classifica di campionato a due round dalla fine. La 250SX West terminer&agrave; infatti tra una settimana a Salt Lake City nello showdown che vede coinvolti anche i piloti della 250SX East.  RJ.Hampshire vincitore dell'ultimo round della 250SX West a Nashville       

Il penultimo round della stagione 2024 andr&agrave; in scena questo sabato sulla pista costruita all&rsquo;interno dell&rsquo;Empower Field di Denver. Per Lawrence prima occasione di vincere il titolo della 450SX

Supercross: si avvicina la resta dei conti

        La Pennsylvania ha una storia di Motocross ricchissima ma il Supercross ha visitato lo stato molto meno spesso, basti pensare che High Point ha organizzato ben 46 round del National e Steel City altri 25, mentre il Three Rivers Stadium &egrave; l'unico altro stadio in Pennsylvania, oltre al J.F.K. Stadium del 1980 e al Lincoln Financial Field di quest'anno ad aver ospitato round di Supercross, nel 1978 e nel 1983 e non ha mai ospitato una gara della classe 250SX. Tutte le gare della classe 450SX disputate in Pennsylvania sono infatti antecedenti alla creazione della Classe 250SX.  L'inedita pista di Philadelphia A tre round dalla fine il duello &egrave; Lawrence contro Webb In 450SX il duello per la tabella rossa &egrave; tutto tra Jett Lawrence (Honda) che dopo la vittoria a Nashville ha 5 lunghezze di vantaggio in classifica e Cooper Webb (Yamaha), terzo una settimana fa alle spalle dell&rsquo;australiano e di Eli Tomac, al 101&deg; podio in carriera. Il pilota del Colorado, attualmente terzo in campionato, si trova a 33 punti dalla vetta e quinti, per ora, fuori dalla portata per prendere il comando della classifica anche in caso di ritiro dei suoi avversari ma non ancora fuori dalla lotta per la vittoria finale. Chi &egrave; quasi completamente tagliato fuori dalla lotta per il titolo &egrave; il Campione in carica, Chase Sexton (KTM), out sette giorni fa e&nbsp; quarto a 40 punti dalla vetta con ancora tre round da disputare, mentre Jason Anderson (Kawasaki) precede Ken Roczen (Suzuki), autore a Nashville di una caduta a dir poco spettacolare che lo ha costretto al ritiro fino a fine stagione.  Il podio della 450SX di Nashville, da sx: Tomac, Lawrence e Webb Vialle per diventare il 7&deg; francese a mettere il sigillo USA In 250SX East Coast, grazie ai sei podi consecutivi, Tom Vialle (KTM) a due eventi dalla fine della serie guida con 13 lunghezze di vantaggio su Haiden Deegan (Yamaha) e 16 sul detentore della tabella rossa fino all&rsquo;ultima gara, Cameron Mcadoo (Kawasaki). Il round di Philadelphia potrebbe gi&agrave; essere quello decisivo per il 2 volte Campione del Mondo della MX2, terzo a Nashville, per aggiudicarsi il titolo, diventando cos&igrave; il settimo francese a diventare Campione negli States. A precederlo Jean Michel Bayle (1991), in 250, Michael Pichon (1995/96) e Stephane Roncada (2000), in 125. Dal 2006 la classe 125 diventa 250SX e Cristophe Pourcel &egrave; il primo francese titolato (2009/10), seguito da Marvin Musquin (2015) e da Dylan Ferrandis (2019/20). Vialle, come tutti i suoi predecessori, fatta eccezione per Ferrandis, compete nella Costa Est, evidentemente privilegiata dai transalpini che in America hanno vinto nella classe regina col solo Bayle.  Rock in Nashville per Vialle, terzo e di nuovo tabella rossa della 250SX East       

Il Supercross AMA sbarca a Philadelphia per la seconda volta nei suoi 50 anni di vita, la prima, nel 1980, quando si correva in due giorni. Cooper Webb in caccia di Jett Lawrence, Vialle a un passo dal sogno in 250

Supercross: il terzultimo round a Philadelphia

        742 round dopo Pierre Karsmakers, primo vincitore della storia del Supercross il 9 marzo del 1974, Jett Lawrence (Honda), &egrave; diventato il primo pilota a ripetere l&rsquo;impresa, vincendo al debutto nella classe regina della specialit&agrave; a stelle e strisce. Da allora, in 50 anni pi&ugrave; di 700 piloti hanno tentato di ripetere l&rsquo;impresa di vincere all&rsquo;esordio ma solo il giovane fenomeno australiano, destinato a diventare probabilmente il pi&ugrave; titolato pilota della storia del Supercross americano c&rsquo;&egrave; riuscito infilando il suo 41&deg; successo in carriera, il primo ovviamente in 450SX.  I fratelli Lawrence in versione "manichino" attendono di scendere in pista La rinascita di Anderson ad Anaheim 1 Anaheim 1 ha visto anche ritornare sul podio, dopo un 2023 disastroso, Jason Anderson (Kawasaki). Il Campione del 2018 che a San Francisco prender&agrave; il suo 280&deg; via in una gara di Supercross ha cos&igrave; portato la sua striscia di presenze sul podio a ben 10 anni, rilanciando le sue quotazioni nella serie 2024. Gara pi&ugrave; che positiva anche per il Campione in carica Chase Sexton (KTM) che ha esordito sulla moto austriaca portandosi a casa il terzo posto, ovvero il 70&deg; podio in carriera, il 25&deg; nella classe regina del Supercross.&nbsp;  Jason Anderson mentre si allena sulla cyclette nel paddock di San Francisco San Francisco SX: un po' di storia Il primo round della classe 450SX nella Baia di San Francisco si &egrave; svolto il 16 giugno 1990 nello Spartan Stadium di San Jose ed era il penultimo round di quella stagione, vinto da Jeff Stanton (Honda) che si avviava a vincere il campionato contro Jean-Michel Bayle. Tutti e 6 i round disputati a San Jose sono stati penultimi. La serie &egrave; poi tornata a San Jose durante la stagione 1995 prima di una pausa di sette anni. Le gare di Supercross sono tornate nella baia, all'Oracle Park di San Francisco, sede dei Giants, dove si correr&agrave; quest&rsquo;anno, nel 2003. Era la quarta gara della stagione e Ricky Carmichael ottenne la sua seconda vittoria, da allora, lui, Chad Reed e James Stewart hanno vinto all&rsquo;Oracle Park dal 2003 al 2009 prima che Ryan Villopoto vincesse nel 2010, nell'ultima occasione che la serie ha visitato lo stadio dei SF Giants.  La Beta 450 di Colt Nichols fa bella mostra di se nel paddock di San Francisco Vincitori di San Francisco SX Nel 2013 i San Francisco 49ers della NFL hanno costruito il loro nuovo stadio, il Levi's Stadium, che hanno iniziato ad utilizzare a partire dal 2014. Il Supercross &egrave; arrivato al Levi's Stadium nel 2015-2016 per i round di fine stagione, vinti da Ryan Dungey. In tutto tra le tre localit&agrave; nell'area della Baia di San Francisco si sono svolti 16 round della classe 450SX. Il San Francisco Supercross del 2024 sar&agrave; il 17&deg; nella Bay Area e il 9&deg; all&rsquo;Oracle Park. I migliori vincitori nella zona della Baia di San Francisco sono: Ricky Carmichael con 3 successi ('03, '05, '07) 2), Ryan Dungey, con 2 ('15-'16), James Stewart, anche lui 2 ('06, '09) 2 ), Chad Reed, 2 ('04, '08) 2) e Jeremy McGrath, 2 ('93, &rsquo;95).  La tabella rossa numero 24 sulla Husqvarna di RJ Hampshire       

Dopo il primo round della scorsa settimana, il carrozzone del Supercross AMA 2024 si &egrave; spostato 650 chilometri a nord, nella baia di San Francisco, dove questo sabato si disputer&agrave; il secondo round di 17.&nbsp;

Supercross: fatti e curiosità di Anaheim 1 e di San Francisco

La tecnologia a due tempi ha caratterizzato il Motomondiale per decenni, distinguendosi per sinfonia, odore e azione. Gli emozionanti prototipi da Gran Premio erano modelli esclusivi da guidare, difficili da portare al limite, entusiasmanti da ammirare dal vivo. In un periodo particolare, la cilindrata 250 &egrave; stata capace di regnare, relegando a miti consigli la 500. Ci trovavamo a circa met&agrave; anni &#39;90.  Luca Cadalora, il &quot;maestro&quot; della 250 Grand Prix    Modenese verace, duro di capoccia, convinto delle proprie idee, veloce come una schioppettata, &quot;pulito&quot; nelle traiettorie di pista. Luca Cadalora ha vinto due titoli nella 250 Grand Prix, facendo scuola in termini di stile e percorrenza di curva. A bordo di motociclette cos&igrave; rigide, estreme e leggere, cosa non da poco.  Il protagonista del capitolo ha incontrato alcuni dei rivali sottoelencati, ma non tutti: l&#39;alloro 1986 firmato in 125 fu accompagnato dalle imprese 1991 e 1992 della quarto di litro, poi il passaggio in 500 (dove fece benissimo). Per lui, le gioie massime arrivarono con Garelli e Honda, alcune anche insieme a Yamaha.  Calendario MotoGP 2023: date, orari tv, dove vederla  Nella prossima pagina Biaggi, Romboni, Capirossi e Reggiani  &nbsp;  Biaggi, Romboni, Capirossi, Reggiani: tanta roba la 250 del Motomondiale    Qui la carne al fuoco e parecchia. Senza nulla togliere agli altri bravi italiani iscritti alla dueemmezzo, bisogna ammettere che le luci fossero maggiormente puntate su Max, Doriano, Loris e Loris. Ci&ograve; perch&eacute;, risultati della pista a parte, i tre si scontrarono direttamente e nel medesimo periodo, vantando caratteristiche di guida e caratteriali diverse e uniche.  Tra Biaggi, Romboni, Capirossi e e Reggiani vigeva vera rivalit&agrave;, altro che &quot;amici, amici, poi ti rubano la bici&quot;. No no: il romano, lo spezzino, l&#39;imolese e il forlivese se le davano di santa ragione tra i cordoli, non le mandavano a dire di fronte a TV e microfoni. E a noi piaceva cos&igrave;. Al pubblico anche di pi&ugrave;, dato che le sportellate e le parole si sprecavano in ogni gara.  Indipendente dai risultati, scegliete il vostro nome preferito:&nbsp; ognuno di loro ha regalato spettacolo in 250 Grand Prix dal 1993 al 1997, sebbene sia doveroso precisare che le sfide contestuali e contemporanee condivise si consumarono nel 1992, 1993 e 1994. Chi all&#39;epoca c&#39;era, lo ricorda con grande piacere e... malinconia.  Passa alla prossima pagina: &quot;Max Biaggi, il Re della 250 Grand Prix&quot;  &nbsp;  Max Biaggi, il Re della 250 Grand Prix    Leggete cosa disse Jean-Michel Bayle nei test di Sepang 1995: &quot;Francamente&quot; - le parole del francese, ex campione nel Cross e passato da terra ad asfalto - &quot;Non intravedo qualcuno che possa batterlo. Biaggi &egrave; inarrestabile&quot;. Vero: Max e l&#39;Aprilia cosituivano un duo nero irresistibile.  Tuttavia, abbiamo scelto una foto del romano a bordo della Honda, proprio per spiegare quanto fosse forte (anche) nella quarto di litro. Aprilia era il riferimento, lo sapete e qui in basso ne trovate parole a riguardo, ma il Corsaro fece il corsaro pure sulla NSR 250.  Tre titoli di fila con la RGV, poi uno insieme a una formazione allestita ad hoc, nella quale Erv Kanemoto fungeva da capotecnico. Biaggi, Aprilia o Ala dorata, si conferm&ograve; l&#39;assoluto dominatore della serie, capace di aggiudicarsi 29 corse dal 1992 al 1997.  Nella prossima pagina, &quot;Marcellino Lucchi, il &quot;guastafeste&quot; della 250 Gran Prix Mugello&quot;  &nbsp;  Marcellino Lucchi, il &quot;guastafeste&quot; della 250 Gran Prix del Mugello    Quanto andasse forte, gi&agrave; si sapeva, nella spiegazione fornita dai podi calcati nel 1995, 1996 e 1997. Tutti al Mugello, dove lui - Marcellino Lucchi - conosceva pieghe, linee ideali e traiettorie come le proprie tasche. Vincitore di 6 titoli del Campionato Italiano Velocit&agrave;, la dueemmezzo per gli era priva di segreti.  Essendo collaudatore Aprilia, Noale gli &quot;regalava&quot; qualche wild card iridata, spesa dal diretto interessato al meglio possibile. I piazzamenti gi&agrave; citati si sommano a quel 17 maggio 1998, occasione in cui l&#39;allora quarantunenne mise tutti in riga, proprio nel saliscendi toscano tanto amato.  I rivali battuti? Valentino Rossi - gi&agrave; incoronato in 125 l&#39;anno prima - Tetsuya Harada - campione di categoria 1993 - Loris Capirossi - prossimo all&#39;alloro ottenuto a fine anno, da addizionare ai due della 125 - il talento Stefano Perugini e via dicendo. Per il cesenate la gioia massima rappresent&ograve; l&#39;apice di carriera, in una soddisfazione ancor oggi viva e sensibile.  &quot;Il fenomeno Valentino Rossi&quot;, passa alla prossima pagina  &nbsp;  Il fenomeno Valentino Rossi, mina vagante della 250 Grand Prix    Qualcuno sosteneva: &quot;Valentino Rossi deve passare subito dalla 125 in 500, &egrave; inutile che corra in 250&quot;. In tanti risposero &quot;Se, vabb&eacute;. Fategli fare la dueemmezzo, dalla quale trarr&agrave; insegnamenti e coppe da esibire&quot;. Si verific&ograve; la seconda ipotesi, e fortunatamente.&nbsp; L&#39;asso di Tavullia aveva colpito l&#39;attenzione durante l&#39;esperienza nell&#39;ottavo di litro, facendo suo il titolo 1997, impressionando per fantasia e doti comunicative. Perch&eacute; &quot;buttarlo&quot; subito nella mischia della mezzo litro? Si sarebbe rischiato di sprecarne il potenziale.  Legato a un Marchio capace di scrivere pagine di storia giorno dopo giorno, il numero 46 debutt&ograve; nella classe di mezzo nel 1998, fungendo da mina vagante nel dualismo tra Capirossi e Harada. Infatti, Loris conquist&ograve; il mondiale, Rossifumi giunse secondo, il giapponese terzo.  Bello, ma il nuovo fenomeno delle due ruote voleva di pi&ugrave;. Nel 1999 - quando Capirossi pass&ograve; a Honda, portando la tabella con il numero 1 - Valentinik (altro soprannome) collezion&ograve; coppe valevoli da affermazione della quarto di litro, firmata nientemeno che con Aprilia. Attenzione a questa Casa.  Aprilia regina in 250 Gran Prix e... in 125, nella prossima pagina  &nbsp;  Aprilia, regina in 250 Grand Prix... e in 125    Tutti la volevano, in tanti l&#39;hanno fatta vincere. O meglio. tra i tanti che la volevano, quasi tutti hanno potuto vincere. Ancora: tutti quelli che la volevano, hanno vinto tanto. Oh, insomma, di chi parliamo? Di Aprilia e dei piloti che ne hanno giovato in termini di prestazioni e tecnologia.  Nelle classi a due tempi di cilindrata 125 e 250 Grand Prix, la Casa di Noale era pressoch&eacute; imbattibile. Ed &egrave; giusto rammentare quanto, all&#39;epoca, le suddette classi registrassero partecipazioni ufficiali e vere dei tanti Marchi, tra cui Honda e Yamaha, per esempio.&nbsp;  La &quot;a minuscola&quot; offriva agli ufficiali e ai privati un prodotto vincente. Jan Witteveen, mago dei due tempi, trov&ograve; in Veneto un reparto corse dalla giusta mentalit&agrave;, e l&#39;Albo d&#39;Oro lo spiega esaustivamente: fate conto che dal 1992 sino al 2009, Aprilia ha collezionato 19 mondiali Piloti, a sommarsi coi 19 allori Costruttori portati in Italia, patria dove le competizioni sono una cosa seria.  &nbsp; 

Grazie a Cadalora, Biaggi, Romboni, Capirossi, Reggiani, Lucchi, Rossi e Aprilia, la categoria di mezzo a due tempi mise in ombra la pi&ugrave; ricca e costosa 500: quando l&#39;Italia delle due ruote comandava ieri, comanda oggi

Classe 250, la vera regina dei Gran Premi di met&agrave; anni &#39;90

        Quale che sia il risultato della sua prima gara a stelle e strisce, per Tom Vialle sar&agrave; una serata memorabile e lo sar&agrave; anche per tutto il movimento del motocross transalpino che vede un altro dei suoi assi attraversare l&rsquo;oceano per mettersi in gioco contro i piloti americani.  Vialle con Richard Sterling, il meccanico che ha accompagnato Cairoli in tutte le gare americane @P.Haudiquert Sulle orme di Bayle, Pichon e Musquin Vialle segue le orme dei vari Jean Michel Bayle, Mickael Pichon, Stephane Roncada, David Vuillemin, Sebastien Tortelli, Eric Sorby, Christophe Pourcel e in tempi pi&ugrave; recenti, Marvin Musquin e Dylan Ferrandis che condivideranno con lui la nottata di Houston, anche se impegnati in 450SX. Per il due volte iridato della 250 nel Campionato del Mondo FIM di Supercross si tratta della prima gara ufficiale in Supercross e Vialle la disputer&agrave; con i colori ufficiali del team RedBull KTM Factory Racing con il quale ha vinto tanto in Motocross.&nbsp;  Tom Vialle in compagnia di Eric Sorby, trainer di molti piloti tra i quali James Bubba Stewart @P.Haudiquert Tanti avversari di livello per Vialle Quale sar&agrave; il risultato al debutto nessuno pu&ograve; saperlo ma di certo il francese figlio d&rsquo;arte, accompagnato dal padre Fred Vialle, classe &rsquo;73 e pilota di livello in 125 negli anni &rsquo;90, dalla madre e dal fratello, dovr&agrave; vedersela con i ben pi&ugrave; navigati piloti in gara. Tra tutti spiccano i nomi di Hunter Lawrence (Honda), Jeremy Martin (Yamaha), Hayden Deegan (Yamaha), Michael Mosiman (GasGas), Chris Blose (Kawasaki) e persino con Max Anstie (Honda), di sette anni pi&ugrave; anziano di lui. Vialle si &egrave; preparato nei mesi successivi alla fine del mondiale terminato in Turchia a settembre del 2022 e si dice pronto ad affrontare la nuova sfida. Vialle: "cercher&ograve; di divertirmi" Tom Vialle: &ldquo;Ho fatto una buona preparazione, le ultime settimane sono passate tranquillamente, mi sono allenato bene, sono felice della moto e di me e mi sento bene fisicamente. E&rsquo; impressionante trovarsi in questo stadio che &egrave; davvero grande e la pista sembra molto bella. Non mi metto pressione, cercher&ograve; di divertirmi e di guidare come faccio in allenamento, poi vedremo cosa viene fuori.&rdquo;  Vialle in azione a Houston durante il Press Day @P.Haudiquert       

Il Campione del Mondo 2022 della MX2 &egrave; pronto a fare il suo debutto nella prima gara di SX250 della costa Est che inizia questa sera a Houston

SX250 Est: la notte di Vialle

La Francia motociclistica pu&ograve; tornare a riversarsi sulle strade delle citt&agrave; per festeggiare un titolo nel Motomondiale che mancava dal 2016, anno del secondo titolo in Moto2 di Johann Zarco che oggi condivide la Top Class con il neo Campione del Mondo, Fabio Quartararo.&nbsp;  Prima del 22enne di Nizza, per&ograve;, nessun pilota d&#39;Oltralpe era riuscito a laurearsi campione del mondo della MotoGP. Se torniamo indietro nel tempo, infatti, il miglior risultato ottenuto da un francese nella Top Class, a fine stagione, &egrave; stato il terzo posto centrato su Yamaha da Christian Sarron (due volte terzo in 500 nel 1985 e nel 1989), e Raymond Roche, terzo nel 1984 in 500 (anno peraltro del titolo conquistato proprio di Sarron in 250).&nbsp;  Degli altri francesi transitati dalla 500/MotoGP (Bayle, Tournadre, Ruggia, Pons, De Puniet, Di Meglio, Guintoli, Laconi e compagnia) solo risultati lontani dalla top 3, per via di moto anche non all&#39;altezza del talento mostrato negli anni precedenti dagli stessi piloti in questione.  I precedenti, tra classi cadette e SBK   Prima del titolo di Quartararo, la Francia nel Motomondiale poteva vantare titoli solamente nelle due classi propedeutiche alla 500/MotoGP: la 125 (ora Moto3) e la 250/Moto2, ma i transalpini coronati si possono contare sulle dita di una mano: oltre al gi&agrave; citato Christian Sarron (1984, 250), troviamo infatti Olivier Jacque (2000, 250 dopo un acceso duello con il compagno di box Nakano), Arnaud Vincent (2002, 125), Mike Di Meglio (2008, 125) e Johann Zarco (2015 e 2016, Moto2).  Allargando invece il campo alle derivate di serie, ecco che Quartararo pu&ograve; andare a fare compagnia ad altri due illustri connazionali. Stiamo parlando di Sylvain Guintoli (2014, Aprilia) e Raymond Roche (1990, Ducati), entrambi capaci di conquistare il titolo nell&#39;altra categoria regina del motociclismo.  Fabio Quartararo: da giovane stellina a primo campione francese della MotoGP   

Il pilota nizzardo &egrave; il primo transalpino a centrare un titolo mondiale nella top class. Vediamo cosa hanno fatto i suoi connazionali

MotoGP, Quartararo e quel titolo che nessun francese aveva vinto prima

Il penultimo appuntamento del ProMotocross 2021 &egrave; stato consegnato agli archivi con un altro successo complessivo di Eli Tomac (Kawasaki) ma la star di giornata &egrave; il francese Dylan Ferrandis che con il secondo posto regala e si regala il titolo con un round di anticipo, rendendo di fatto l&rsquo;ultima gara ininfluente ai fini della classifica. Nella 250 invece Jett Lawrence vince entrambe le gare ma dovr&agrave; aspettare l&rsquo;ultima gara per prendersi il trono.  La 450   Nella prima frazione l&rsquo;Holeshot &egrave; di Ken Roczen davanti a Webb e Ferrandis. Il tedesco prova subito a scappare via, conscio del fatto di dover solo vincere e sperare che Ferrandis non salga sul podio. La tattica per&ograve; non riesce perch&eacute; Webb e Ferrandis sono bravi a tenerlo a tiro e mettergli pressione. Roczen non molla e mette 3&rdquo; di vantaggio tra s&eacute; e la coppia Webb-Ferrandis. Il francese ingrana la marcia e passa Webb mettendosi al secondo posto, poco dopo lo scoccare dei 10&rsquo; di gara.  A met&agrave; della gara Ferrandis ha annullato i tre secondi di gap che lo dividevano da Roczen riuscendo a passarlo subito al primo colpo. Ferrandis alza il ritmo e mette 5&rdquo; tra s&eacute; ed il tedesco lasciandolo a vedersela con Webb e Tomac che se le danno di santa ragione.  Nei 5&rsquo; finali della gara succede di tutto: Tomac passa Webb approfittando di alcuni doppiati, alza il ritmo, segna il giro pi&ugrave; veloce della gara e va a prendere Roczen. Una volta preso, l&rsquo;alfiere Kawasaki lo passa mettendosi in seconda posizione. Subito il sorpasso da Tomac, Roczen perde terreno e ritmo con Webb che lo avvicina. Il tedesco rintuzza gli attacchi del campione Supercross chiudendo terzo alle spalle di Ferrandis e Tomac.  Cooper Webb centra l&rsquo;Holeshot della seconda frazione seguito da Roczen e Ferrandis. Roczen non ci sta e passa subito Webb, lo stesso fa Ferrandis. Prima della chiusura del primo giro il francese strappa la leadership di gara al tedesco.  Dietro di loro Tomac inizia a rimontare: passa prima Craig e poi Webb portandosi al terzo posto. Al segnale dei primi 10&rsquo; di gara, Tomac prende la leadership della gara dopo aver passato Roczen ed aver mangiato il distacco da Ferrandis. Ferrandis capisce che Tomac ne ha di pi&ugrave; e lo lascia andare accontentandosi della seconda posizione mentre dietro Roczen perde terreno, passato sia da Webb che anche da Craig.  Nella seconda met&agrave; della gara, Tomac apre il gap sugli avversari e chiude la gara con quasi 50&rdquo; di vantaggio su Ferrandis e Webb a quasi 1&rsquo;. Quinta vittoria stagionale per il quasi ex pilota Kawasaki e titolo per Dylan Ferrandis.  Dylan Ferrandis &egrave; il secondo francese dopo Jean-Michel Bayle a vincere il titolo della top class del Motocross americano.  Classifica combinata Gara1+Gara2&nbsp;  1.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Eli Tomac (USA), Kawasaki&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp; 2-1  2.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Dylan Ferrandis (FRA), Yamaha&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;1-2  3.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Cooper Webb (USA), KTM&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;4-3  4.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Ken Roczen (GER), Honda&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;3-6  Classifica National 450 dopo Pala 2&nbsp;  1.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Dylan Ferrandis&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; 486 p.  2.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Ken Roczen&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; 424 p.  3.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Eli Tomac&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; 414 p.  4.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Chase Sexton&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; 342 p.  La 250     Max Vohland si prende l&rsquo;Holeshot della prima gara ma Mosiman lo passa subito portandosi in testa alla chiusura del primo giro approfittando di Lawrence e Cooper che partono lontani. Mentre Lawrence riesce a districarsi con i sorpassi arrivando sotto a Vohland e Mosiman, Cooper rimane attardato. A met&agrave; gara Lawrence prende la testa dopo aver passato Vohland grazie alla caduta di Mosiman con Hampshire che passa secondo e lo stesso Vohland terzo, Mosiman invece riparte dalla quinta posizione mentre Cooper perde la settima posizione a vantaggio di Hunter Lawrence.  Mosiman non si d&agrave; per vinto e si rimette a caccia del podio per rimediare all&rsquo;errore. Torna su Vohland ed Hampshire passandoli entrambi mettendosi al secondo posto.  Davanti Jett Lawrence controlla agevolmente la gara arrivando al traguardo con oltre 9&rdquo; di vantaggio sullo stesso Mosiman, terzo Hampshire e quarto Jo Shimoda con Cooper che risale in quinta posizione.  L&rsquo;Holeshot della seconda frazione &egrave; di Jett Lawrence che precede Mosiman e Cooper. L&rsquo;australiano prima della chiusura del primo giro mette gi&agrave; un gap importante tra s&eacute; e gli avversari approfittando anche della battaglia tra Mosiman e Cooper.  Nella prima fase della gara Cooper le prova tutte per passare Mosiman ma non ci riesce, perdendo terreno dall&rsquo;avversario che sembra avere il controllo della seconda posizione.  Nei 10&rsquo; finali della gara succede di tutto. Cooper alza il ritmo, prende Mosiman e lo passa portandosi al secondo posto. Shimoda fa lo stesso e si prende il terzo spot del podio della gara.  Davanti a tutti Lawrence ha compiuto un&rsquo;altra gara perfetta dall&rsquo;inizio alla fine arrivando al traguardo con 14&rdquo;2 di vantaggio su Cooper, terzo Jo Shimoda.  Classifica combinata Gara1+Gara2  1.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Jett Lawrence (AUS), Honda&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;1-1  2.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Michael Mosiman (USA), GasGas&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; 2-4&nbsp;&nbsp;  3.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Justin Cooper (USA), Yamaha&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;5-2  4.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Jo Shimoda (JAP), Kawasaki&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;4-3  Classifica National 250 dopo Pala 2  1.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Jett Lawrence&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; 464 p.  2.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Justin Cooper&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; 441 p.  3.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Hunter Lawrence&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;349 p.  4.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; RJ Hampshire &nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;327 p.  Highlights   Direttamente dal canale YouTube del ProMotocross gli highlights dell&rsquo;evento di Pala 2&nbsp;    Prossimo appuntamento   La stagione 2021 del LucasOil ProMotocross si chiude questo sabato con l&rsquo;ultima prova, ancora in California, al Rancho Cordova  AMA ProMotocross, Ironman: Tomac e Lawrence sbancano l&rsquo;Indiana 

L&rsquo;americano della Kawasaki centra il secondo evento stagionale mentre a Ferrandis basta il secondo posto per prendersi il titolo della 450. Nella 250 invece Jett Lawrence sbanca Pala e si porta ad un passo dall&rsquo;alloro

AMA ProMotocross, Pala 2: Tomac vince, Ferrandis campione

Jean Michel Bayle, due volte campione del mondo di Motocross e plurititolato nell&rsquo;AMA Motocross, non dimenticher&agrave; facilmente il suo cinquantunesimo compleanno, trascorso in ospedale, a combattere contro il Coronavirus. Anche lui, come Phil Read, &egrave; incappato nel COVID-19, ma &egrave; riuscito a farcela.    Regalo di compleanno   Il francese annuncia della sua esperienza attraverso il proprio profilo social.  &ldquo;Grazie per tutti i vostri messaggi, le vostre foto e gli auguri per il mio compleanno&rdquo;, scrive Bayle, che ha compiuto 51 anni lo scorso 1&deg; aprile. &ldquo;Non ho potuto festeggiare perch&eacute; fin dall&#39;inizio del periodo di restrizioni avevo i sintomi leggeri del Covid19.     &quot;Poi tutto si &egrave; complicato per il mio compleanno con problemi respiratori, quindi ho fatto un piccolo soggiorno in ospedale per controllare il mio stato di salute. &ldquo;La parte pi&ugrave; difficile &egrave; passata e con il riposo tutto dovrebbe tornare a posto&rdquo;, rassicura il francese, che come miglior regalo di compleanno ha ricevuto la guarigione dal COVID-19.  &ldquo;Non c&#39;&egrave; bisogno di augurarmi &lsquo;Buona fortuna&rsquo;, &lsquo;sei un campione&rsquo;, &lsquo;andr&agrave; tutto bene&rsquo;&rdquo;, taglia corto il pluricampione del mondo.  &ldquo;Preferirei piuttosto che questo messaggio vi facesse capire che nessuno &egrave; al riparo di questo virus, e che per la vostra salute, per il rispetto degli altri e del persona sanitario dovete rispettare rigorosamente le istruzioni di contenimento attuali&rdquo;, conclude Jean Michel Bayle.  Aegerter volontario contro il Coronavirus 

&ldquo;Per la vostra salute, per il rispetto degli altri e del personale sanitario, dovete rispettare le regole dell&rsquo;emergenza&rdquo;, ammonisce il due volte iridato nel Motocross

Coronavirus, Bayle guarisce: &ldquo;Nessuno &egrave; al riparo&rdquo;

  Per raccontare la carriera di Kenny Roberts Junior, dobbiamo tirare in ballo aneddoti realmente, accaduti, chiamare in causa personaggi illustri, rievocare miti e &ldquo;divinit&agrave;&rdquo; scese nella Terra delle due ruote: il motociclismo.  Dalla California al Mondiale, sembra facile dirlo, meno farlo. Il ragazzo di Modesto (citt&agrave; dal nome preso su misura per la personalit&agrave; riservata del campione 500 anno 2000) ha dovuto sopportare e sfruttare un padre dal blasone pesante, diventandone il primo erede. Poi,si &egrave; fatto largo, troncando il cordone ombelicale che lo stava strozzando.  Il successo, l&rsquo;affermazione, la discesa dopo l&rsquo;ascesa. Kenny rimane l&rsquo;ultimo rappresentante Suzuki ad aver consegnato ad Hamamatsu il titolo della Classe Regina.  &nbsp;  Panteon di Dei  Cresciuto nelle campagne nord - californiane, il piccolo Kenny poteva godere del ranch messo in piedi dal pap&agrave;, vero cowboy su due tipi di sella; quel del cavallo che domava e nutriva, quella della moto da dirt track, che controllava in sbandata e metteva a punto.  Con queste due passioni, il biondino non doveva che scegliere. Per lui, l&rsquo;opzione fu semplice e logica: con tutti quegli ospiti presenti, era difficile dire &ldquo;no, io non ci provo&rdquo;, Wes Cooley, Fred Merkel, Eddie Lawson, Mike Baldwin, Randy Mamola, John Kocinski, Rich Oliver, Wayne Rainey, Doug Chandler... manca qualcuno? Loro e pap&agrave;, naturalmente, tutti impegnati in derapata, tra Harley Davidson e Yamaha,  Il ranch di Valentino Rossi? Bazzecole.    Da Kenny si imparava davvero a controllare la moto di traverso - faccenda utile con le due tempi da corsa dell&rsquo;epoca - senza fronzoli, nomi delle curve, personaggi improvvisati. Junior, dal canto suo, rimaneva a bocca aperta nell&rsquo;ammirare i i miti che, in futuro, avrebbe anche battuto. Non tutti, ma alcuni s&igrave;. Ancora non lo sapeva, quando ha iniziato ad allenarsi tra terra e sterco di vacca.  &nbsp;  Padre padrone  Kenny Senior non era un tipo facile da comprendere, ci&ograve; &egrave; risaputo. Pi&ugrave; semplice era capirlo mentre guidava, in pista. Tuttavia, nel paddock, la sua camminata lenta e possente, le parole poche ma incisive, il carisma di colui che arriva da un mondo differente, lasciavano i segni.  Potente e ricco, dopo aver vinto gare e campionati, il Marziano allest&igrave; un team tutto suo, dove si entrava con requisiti piuttosto ricercati. Possibilmente americano, meglio se californiano, abile con la moto da dirt, concreto e non troppo rompi balle. Chi passava da lui, sfondava o era sfondato, nel senso che davvero poteva ottenere grandi risultati o bruciarsi del tutto.  Per capirci: le moto con cui Kenny &amp; Soci si allenavano, avevano tutte la tabella porta numero con le lettere KR, Kenny Roberts, appunto. Non solo: quando divent&ograve; padre - tre volte - dette ai suoi figli nomi come Kenny Junior, Kurtis, Kristie. La fantasia non era il suo forte? Nossignori, tutto era calcolato e ben definito, come l&rsquo;arrivo in Europa di Junior, voluto da pap&agrave; per farlo entrare nel vero professionismo.    Cos&igrave;, dopo apparizioni fugaci - nel 1995 Kenneth Leroy Roberts Junior venne schierato dal suo vecchio nella 250GP, naturalmente, nel team di casa.  Per il neo arrivato, buoni piazzamenti e niente di pi&ugrave;. B&egrave;, ma almeno era ben pagato, vi verrebbe da pensare. Ecco la risposta del babbo, tratta da una intervista dell&rsquo;epoca: &ldquo;Soldi per mio figlio?! Quali soldi? Quando e se inizier&agrave; a vincere, di denaro ne avr&agrave;. Nel frattempo, lasciatelo imparare&rdquo;. Ecco (quasi) tutto.  &nbsp;  Scusi, avrebbe una sigaretta? Mi spiace, non fumo  Lo sponsor Marlboro era talmente ricco e munifico da poter determinare il meteo del paddock di quei tempi. Roberts lo sapeva, infatti, la partnership tra la sua struttura e la Phillip Morris era pi&ugrave; salda e forte del matrimonio appena scisso da buoni avvocati dell&rsquo;epoca.  Allestito un secondo ranch a Barcellona, era ora di implementare gli sforzi in 500. Stagione 1996, Team Yamaha Marlboro Roberts Yamaha: Norifumi Abe, numero 9. Jean-Michel Bayle, numero 12. Kenny Junior, numero 10.  Un trio dalle speranze e dai grossi dubbi. Il giapponese era in grado di incredibili vittorie come quella di Suzuka, accompagnate da pesanti ruzzoloni. L&rsquo;ex crossista francese non aveva convinto in 250 ed era, per&ograve;, ben voluto dallo sponsor. E poi, in un angolino del garage bianco rosso, il &ldquo;raccomandato&rdquo;, Roberts.  La Marlboro voleva risultati, comprensibilmente, ed una certa immagine. Per esempio, nessuno dei tre corridori scelti avrebbe dovuto fumare. Ma come &egrave; possibile, davvero? Certamente.  Tanto, specialmente a Junior, le sigarette non interessavano. L&rsquo;unico fumo che lui respirava proveniva dagli scarichi della YZR o dalle narici fumanti di pap&agrave;, specialmente quando le cose non andavano nel verso giusto, come quando lasciarono Yamaha per costruire una moto fatta in casa, la Modenas tre cilindri.  Contraddistinta, ovviamente, dalla siglia KR3. Avete capito il concetto?  &nbsp;  Ciao pap&agrave;, guarda come mi diverto  Se pensate che accettare l&rsquo;ingaggio di Garry Taylor fosse per lui una passeggiata, vi sbagliate. Junior lasci&ograve; la squadra di famiglia per passare in Suzuki con pi&ugrave; di un patema e molte confessioni.  Dollari, ok. Ma, soprattutto, per lui si intravedeva una maggior libert&agrave; di espressione, unita ad un mezzo molto pi&ugrave; competitivo. All&rsquo;inizio del 1999, nel team anglo - giapponese c&rsquo;erano tanti pezzi portati dal reparto corse e Kenny sintetizz&ograve; cos&igrave;: &ldquo;Dannazione, abbiamo tanto di quel materiale nuovo, da non sapere come provarlo tutto&rdquo;.    Diciamo che le parti poi collaudate sono andate &ldquo;benino&rdquo;, il resto lo ha fatto il polso destro dell&rsquo;americano. Prima vittoria a sorpresa, 8 aprile 1999: sulla pista di Sepang, Junior vola in curva con la RG500, meno dotata dal punto di vista cavallerizzo e con una inferiore velocit&agrave; di punta nei rettilinei. No problem; tra derapate e pieghe al limite, il californiano batte tutti, tra cui un certo Michael Doohan ed il compagno di squadra Alex Criville. Biaggi, Checa, Kocinski e compagnia bella dovettero cedere le armi al pilota numero 10, su una moto dalla livrea davvero azzeccata.  Il muretto Suzuki esplose in una gioia contenuta, tipica dell&rsquo;elegante aplomb di Taylor, barbuto, sapiente e dai modi raffinati. Ad un certo punto, nel garage in festa, entra un uomo, non tanto alto, con una giacca a vento rossa. Era pap&agrave; Kenny, in lacrime. Per la prima volta, il duro cowboy fece i complimenti al figlio. Fu l&rsquo;inizio di una serie di successi, non tantissimi, ma molto importanti.  &nbsp;  Il numero 1 non confermato    Gli sportelli dei bancomat erano in tilt, del resto, lo avevano preannunciato. Il Millennium Bag mander&agrave; &ldquo;a puttane&rdquo; quasi tutti i sistemi telematici ed informatici, banche incluse. Anche gli equilibri del Motomondiale avevano inerzie inedite. Perso Doohan l&rsquo;anno prima, il nuovo Re della Regina era Alex Criville, un bravo cristo in sella, ma niente di pi&ugrave;. Ovviamente, la spagnola Dorna era super felice dell&rsquo;impresa, la prima di uno spagnolo in 500.  Serviva di pi&ugrave;. Non ancora pronto Valentino Rossi (ma stava arrivando) l&rsquo;uomo di mezzo era proprio Kenny Junior, con la Suzuki corredata dallo sponsor Telefonica. Di telefonate, a fine anno, Junior ne ricevette tante, ricche di complimenti. Con quattro successi e diversi podi, il numero 2 vince il Mondiale, mandando lo staff di Hamamatsu sul tetto del mondo, dopo Kevin Schwantz.  Pioggia di qua, acqua di l&agrave;: &ldquo;Eh, ma Kenny ha vinto grazie alle piste bagnate, in gare interrotte anzitempo&rdquo;. Non tutte, in realt&agrave;: accadde a Sepang e Jerez, ma lui aveva accumulato un vantaggio abissale nei confronti dei rivali. Vinse poi nel diluvio di Barcellona e riusc&igrave; a trionfare sull&rsquo;asciutto di Motegi.    Meritatamente: il suo stile di guida era perfetto, impeccabile, tanto che lo stampo della sua messa in piega fu usata per figurine, pubblicit&agrave; e foto accessorie. Inoltre, la Suzuki non era proprio la miglior moto della griglia. Poco potente, sputava - addirittura - gocce di benzina dalle quattro espansioni tra forcellone e codone. Consumava di brutto e male, ecco perch&eacute;. E poi, l&rsquo;erogazione aveva un fastidioso effetto turbo, che Kenny controllava bene grazie all&rsquo;allenamento con il dirt track.  Insomma, gli insegnamenti di pap&agrave; gli furono utili e dal giorno del titolo, Kenny Junior divenne, per molti, Kenny Roberts, l&rsquo;americano che ha riportato il titolo della 500 da quelle parti, affiancato dal nome di Colin Edwards in SBK.  &nbsp;  La MotoGP e la fuga    Nel 2001 Kenny deluse, questa &egrave; la verit&agrave;. Con il numero 1 e tanta pressione sulle spalle, non si pretendeva un bis iridato, ma nemmeno un solo podio finale, a Valencia. Dal terzo gradino, Roberts indossava un cappello strano, difficile da trovarsi in Europa. Era quello dei pompieri di New York, eroi e vittime dell&rsquo;attentato alle Twin Towers, in quel famigerato 11 settembre.  Anche la stagione del californiano fatic&ograve; a stare in piedi, tra poca velocit&agrave; e diverse scivolate. Chiss&agrave;, forse appagato, magari ormai privo del classico &ldquo;Complesso di Edipo&rdquo;, Junior ne aveva meno degli altri, addirittura meno di Sete Gibernau, compagno di colori. Oppure, vedendo che ad Hamamatsu pensavano gi&agrave; alla quattro tempi, egli decise di darla un po&rsquo; su. Ma proprio un po&rsquo;.  La MotoGP, ultima pagina per Junior  Con l&rsquo;avvento delle grosse e potenti quattro tempi, Kenny paragon&ograve; la nuova Suzuki alla &ldquo;vecchia&rdquo; due tempi, con questa frase: &ldquo;Facile descrivere la differenza tra le due moto: &egrave; la stessa che c&rsquo;&egrave; tra una quattro tempi da cross ed una due tempi&rdquo;. Benissimo, lui e Gibernau era pronti a guidarla, la Suzuki meno reattiva nello sviluppo,  Da l&igrave; in avanti, storie simili, con un mezzo non all&rsquo;altezza dei rivali, compagni di squadra decisamente bizzarri (Hopkins, anch&rsquo;egli californiano, non era definibile &ldquo;mite&rdquo; come Kenny, anzi) e risultati non all&rsquo;altezza del titolo vinto anni prima.  Per&ograve;, tanti tanti dollari, che Roberts viveva cos&igrave;: &ldquo;Mi piace guadagnare molto, pensate che potrei buttare anche una parte dei soldi che ricevo, sono davvero un mucchio&rdquo;.  Beato lui che, tempo dopo, torn&ograve; all&rsquo;ovile del babbo. Con la KR211V motorizzata Honda cinque cilindri Kenny and&ograve; benissimo, tanto da cogliere podi mondiali. Con la 800, and&ograve; malino, tanto da ritirarsi prima di met&agrave; stagione. L&rsquo;ultima, per lui.  &nbsp;  La nuova vita, quella vera  Edipo ed il suo Complesso, lo abbiamo gi&agrave; citato. Del resto, sar&agrave; capitato anche a qualcuno di voi: allevato ed indottrinato da un padre di forte presenza sociale e costrutto, nasce - pi&ugrave; o meno volontariamente - la fase di ribellione, che si trasforma in una vera e propria sfida col genitore.  Avvalora questa tesi la recente &ldquo;Guerra dei Roberts&rdquo; in cui, ogni membro della famiglia californiana aveva qualcosa da rivendicare o pretendere. In tutto quel marasma, Kenny Junior aveva deciso (annunciandolo) di voler fare il giro degli Stati Uniti, il suo Paese. Aveva viaggiato per lavoro in tutto il mondo, non aveva mai visto la sua terra. Con un grosso mobil home e sua moglie, inizi&ograve; il viaggio.  Persi i contatti con i parenti che, addirittura, non riescono a rintracciarlo, nonostante un numero di telefono nelle proprie rubriche, l&rsquo;amico di avventura Matt Wait, gi&agrave; visto in 500, ha suggerito che Kenny abbia preso casa in Oregon e da l&igrave;, abbia aperto piccole strutture per far correre i go kart, specialit&agrave; che tra California e Oregon &egrave; molto in voga.  Insomma, Kenny Roberts Junior non si fa pi&ugrave; sentire, ma a lui piace udire ancora il suono dei motori da corsa.  ESCLUSIVA, Uncini: &ldquo;I segreti Suzuki? Guidabilit&agrave; e armonia&rdquo; 

Ripercorriamo la carriera di Roberts Jr., che si laure&ograve; campione vent&#39;anni fa, 20 anni dopo il padre, regalando alla Suzuki il suo ultimo Mondiale

Yesterday: Kenny Roberts Junior

        Potrebbe esserci una nuova sfida in vista per Johann Zarco: il francese, due volte campione del mondo della Moto2, infatti, non sta vivendo un periodo particolarmente felice con la KTM in MotoGP.  SOTTO LE ASPETTATIVE - Eppure il debutto nella classe regina era andato bene: in sella alla Yamaha del team Monster Tech3, aveva firmato una stagione eccellente due anni fa, da rookie, piazzandosi sesto assoluto con tre podi, e lo scorso anno aveva confermato il piazzamento del 2017 con altri tre podi. Ma quest&rsquo;anno proprio non va: il suo miglior risultato &egrave; stato il tredicesimo posto, colto ai GP di Spagna e d&rsquo;Italia, ma &egrave; evidente che le performance non sono all&rsquo;altezza delle sue aspettative: basti pensare che al GP d&rsquo;Italia il transalpino ha collezionato un altro piazzamento disastroso: ha concluso a 41 secondi dal vincitore, ultimo. RAPPORTI TESI - E&rsquo; vero che Zarco ha siglato un accordo biennale con KTM, ma l&rsquo;atmosfera continua a deteriorarsi, con i commenti negativi del pilota francese catturati dalle telecamere della diretta e con le parole dure nei suoi confronti da parte di Stefan Pierer, capo di KTM. &ldquo;La prestazione di Johann &egrave; semplicemente inaccettabile&rdquo;, ha commentato Pierer. &ldquo;Sta avendo problemi, ma &egrave; una sua questione psicologica. Ultimamente si &egrave; separato dall&rsquo;agente che lo seguiva da una vita, colui che lo ha piazzato dove si trova attualmente, e le persone che lo circondano ora gli stanno creando pi&ugrave; che altro complicazioni. A questo livello delle competizioni, il fattore psicologico &egrave; quello che fa la differenza&rdquo;, conclude Pierer. IL COACH E LA HONDA - Ultimamente Zarco ha un coach, il pluricampione del motocross Jean Michel Bayle, che attualmente &egrave; anche un ambassador Honda e che per lavorare come coach di Zarco ha chiesto una speciale deroga (leggi qui). Proprio questa vicinanza ad un uomo Honda avvalora i rumors di un suo possibile passaggio al mondiale Superbike, come pilota ufficiale di Honda che sembra voler sostituire Leon Camier e Ryuichi Kiyonari. I rumors del passaggio al mondiale Superbike per il momento sono soltanto voci del paddock, ma arrivano da pi&ugrave; fonti e coincidono con la notizia che Honda vuol realizzare una nuova moto per rimpiazzare la Fireblade il prossimo anno, impegnandosi massivamente per la stagione 2020. &nbsp;       

Con KTM non va e il due volte iridato in Moto2 potrebbe lasciare la MotoGP per approdare nel mondiale delle derivate di serie come ufficiale Honda

Superbike: possibile l’arrivo di Zarco

Ha scelto uno dei grandi nomi del motociclismo francese, per uscire da una situazione complicata: Jean-Michel Bayle fu il primo europeo a dare una lezione ai&nbsp; maestri americani nel Supercross, poi pass&ograve; alla Velocit&agrave; correndo anche in 250 con l&rsquo;Aprilia nell&rsquo;era di Max Biaggi e poi come pilota ufficiale Yamaha in 500. Bayle, 50 anni compiuti da poco, &egrave; ricomparso nel paddock dei GP a Le Mans. E l&rsquo;impressione &egrave; che non si sia trattato di una fugace apparizione: Bayle, infatti, ha trovato un accordo con Johann Zarco per affiancarlo nel ruolo di coach. Un accordo che non sorprende, visto che lo scorso anno il pilota di Cannes si era rivolto proprio a Bayle per avere un consiglio al momento della separazione dallo storico manager-mentore Laurent Fellon: &laquo;Sono qui per aiutarlo &ndash; ha detto Bayle riferendosi a Zarco &ndash; per ora l&rsquo;esigenza &egrave; quella di osservare e capire cosa succede&raquo;.&nbsp;  TRA HONDA E KTM - In qualit&agrave; di ambasciatore della Honda, Bayle ha dovuto chiedere l&rsquo;autorizzazione per lavorare con un pilota della KTM, un nullaosta che l&rsquo;ex pilota ha ricevuto a una condizione: non indossare i colori della KTM. &laquo;Il primo obiettivo &egrave; imparare a controllare i nervi a prescindere dalle circostanze: quanto successo a Jerez di fronte alle telecamere non deve accadere&raquo; ha commentato Bayle, parlando dell&rsquo;episodio del GP Spagna, quando le telecamere della TV francese pizzicarono Zarco mentre criticava aspramente la KTM e il livello della sua elettronica. &laquo;Chi desidera essere un campione deve mantenere la serenit&agrave;, sempre, anche in pubblico, soprattutto se pretende che il suo team gli fornisca una moto migliore rispetto a quella che sta guidando&raquo;.  UNDER PRESSURE -&nbsp;Quando l&rsquo;argomento &egrave; la gestione della pressione, Bayle parla con cognizione di causa. Quando a 20 anni, da campione del Mondo di Motocross prima in 125 e poi in 250 decise di lasciare il Circus iridato per gli States Uniti, il francese fu costretto a sopportare una pressione enorme proveniente dai rivali e dagli appassionati americani. Bayle, per&ograve;, vinse subito e il movimento americano si trov&ograve; di fronte all&rsquo;inedito scenario dei propri migliori piloti battuti da uno straniero.&nbsp; Quando, a 23 anni, pens&ograve; di aver fatto tutto ci&ograve; che era immaginabile nel Motocross, Bayle si trasfer&igrave; in Velocit&agrave;, e non si lasci&ograve; irretire da un debutto &ndash; nel GP Francia del 1992 in 250 &ndash; tutt&rsquo;altro che da sogno, dato che concluse all&rsquo;ultimo posto, doppiato dal vincitore Loris Reggiani. Due anni dopo, per&ograve;, Bayle era gi&agrave; pilota ufficiale Aprilia, e due anni dopo ancora, nel 1996, fu ufficiale Yamaha capace di partire in pole position due volte, a Brno nel 1996 e a Imola nel 1998. Per questo, se si parla di gestione psicologica delle situazioni difficili, Bayle &egrave; uno dei massimi esperti in questo sport.&nbsp;  &nbsp; 

Bayle, nuovo coach del francese: &laquo;Perdere la testa come a Jerez non &egrave; ammissibile per un campione&raquo;

Zarco, cos&igrave; non va!

Gran premio di casa e pubblico affezionato per Johann Zarco, presente questo pomeriggio alla conferenza stampa piloti andata in scena a Le Mans. Il francese non sta di certo attraversando un periodo facile all&#39;interno del team KTM, tanto che da parte dei &ldquo;grandicapi&rdquo; sono gi&agrave; volate parole grosse che lo vorrebbero fuori dalla squadra prima ancora dello scadere del contratto. Zarco ha per&ograve; chiesto scusa per aver pronunicato alcune affermazioni poco belle nei confronti della moto e in Francia cercher&agrave; comunque di portare a casa un risultato dignitoso:&rdquo;l&#39;energia dei fans, anche se l&#39;inizio &egrave; stato difficile &ndash; ha detto - mi sta dando supporto, mi dicono che hanno fiducia in me.&rdquo;  TEST A JEREZ &ndash; Zarco &egrave; partito parlando dei test che ci sono stati a Jerez subito dopo la gara: &ldquo;sono stati molto intressanti perch&egrave; durante i test puoi lavorare sul tuo stile di guida e provare cose diverse sulla moto, magari solo una funziona e se funziona solo una devi essere contento. Da domani sono pronto a partire per questo weekend, dobbiamo vedere le condizioni meteo. Qui in Francia ho fatto 2 giorni di test quindi spero di essere pi&ugrave; veloce, costruire un buon weekend e ottenere un buon risultato per me e per il team.&rdquo;  NUOVO COACH - &ldquo;Da qui in avanti lavorer&ograve; con Jean Michel Bayle &ndash; ha proseguito - lo avevo contattato gi&agrave; lo scorso anno. Sono sempre stato seguito da vicino dal mio ex coach e questo mi ha dato la possibilit&agrave; di concentrarmi solo sulla moto, ora vorrei condividere l&#39;esperienza con Jean Michel. Vedremo come lavoreremo nel weekend ma la cosa pi&ugrave; importante &egrave; capire quale sar&agrave; il nostro lavoro e fare il miglior lavoro possibile. Per il weekend abbiamo gi&agrave; fatto qualche allenamento e quando ho la mente libera sono pi&ugrave; veloce, l&#39;obiettivo &egrave; avere pi&ugrave; libert&agrave; mentale per avere pi&ugrave; chance di concentrami sulla moto.&rdquo;  FRAINTENDIMENTI &ndash; Infine, &egrave; stato chiesto a Zarco cosa ne pensasse su quanto detto da Stefan Pierer il capo del team KTM su di lui: &ldquo;i commenti suoi li ho letti solo quando stavo tornando da Jerez &ndash; ha concluso - e non ho potuto parlargli direttamente ma ho parlato con Beirer e ho capito perch&egrave; eravamo tutti carichi. Dopo la caduta ho detto brutte cose e i media sono andati a ridirlo a Pierer quindi avendo investito tanto sul progetto ha risposto in quel modo. Non so dire se &egrave; una cosa bella ma &egrave; parte della sfida, ci vorr&agrave; del tempo per migliorare e sul momento possiamo perdere il controllo quindi non ho provato dispiacere dopo le sue parole perch&egrave; le ho capite.&rdquo; 

Il francese da Le Mans avr&agrave; un nuovo coach e vuole sentirsi con la testa libera per girare forte

Zarco:&rdquo;Ho capito le parole di Pierer e...&rdquo;

 Sono passati oltre quattro anni da quando Ben Spies si &egrave; ritirato, quando dall&#39;apice del professionismo per un infortunio ad una spalla: ora l&rsquo;ex pilota della MotoGP nonch&eacute; campione del mondo Superbike del 2009 sta pianificando di cimentarsi nell&rsquo;off-road nazionale americano.  Spies vuole disputare infatti i nove round del campionato AMA National Enduro Series. Il trentatreenne texano ha anche intenzione di correre in diverse tappe del calendario Kenda Full Gas Sprint Enduro, e di partecipare alle qualifiche dell&rsquo;ISDE con la speranza di entrare nella formazione della squadra del team USA.  Il ritorno - Alla domanda sul perch&eacute; abbia deciso di impegnarsi in modo cos&igrave; serio, Spies ha risposto: &quot;Perch&eacute; no? &Egrave; stato davvero difficile dopo essermi ritirato. A meno che tu non sia stato un pilota fin da piccolo, come lo ero io, non capisci veramente com&#39;&egrave; essere sottratto ad un&rsquo;attivit&agrave; del genere.  &quot;Dopo un po &#39; ho comprato una moto e ho iniziato a correre con mio cugino, solo per vedere cosa avrebbe potuto sopportare la mia spalla. Sono arrivato al punto in cui mi sono reso conto che avrei potuto guidare per due giorni. La mia spalla sinistra &egrave; probabilmente al 70 per cento, ma so che posso guidare&quot;, ha dichiarato Spies a Cycleword.com  Il tre volte campione AMA Superbike ha recentemente acquistato un nuovo camper e un piccolo rimorchio chiuso per trasportare la sua coppia di KTM 300 XC 2018, equipaggiamento da corsa e ricambi. Spies correr&agrave; nella nuova classe Pro2 &quot;entry-level&quot;, a met&agrave; strada fra la Pro1 e Expert-AA. &quot;Se riesco a superare l&#39;anno senza infortuni, posso correre per altri due o tre anni&quot;, dice Spies  L&#39;allenamento - Per prepararsi, Ben Spies ha guidato diversi giorni alla settimana, per lo pi&ugrave; nel suo Texas. Lo scorso ottobre, &egrave; arrivato secondo assoluto nel Crosstimbers Enduro di Oklahoma City, il penultimo round del campionato regionale di Blackjack Enduro.  &quot;Sono abbastanza furbo da sapere che la MotoGP e il mondiale Superbike sono impossibili, ma adoro guidare le moto da off road&quot;, ha detto. &quot;Non sono Jean-Michel Bayle, ma mi piace davvero. Mi piacerebbe vedere cosa posso fare. Posso tornare a viaggiare, non come quando avevo 18 o 20 anni, ma con la mia famiglia&rdquo;.  La stagione del National Enduro americano inizier&agrave; il 4 febbraio nel South Carolina e si concluder&agrave; il 23 settembre nell&rsquo;Indiana.  I rumors - Per un po &#39;di tempo erano circolate voci secondo le quali Spies sarebbe tornato a correre nella serie MotoAmerica guidata da Wayne Rainey su una Ducati Panigale ex ufficiale.  Ha anche provato una Kawasaki ZX-10R con specifiche Superstock al Motorsport Ranch, in Texas&rdquo;. &quot;Ho guidato la moto e mi sono sentito bene&quot;, ha detto Spies. Ma alla fine il supporto per disputare il campionato da 10 round non si &egrave; concretizzato.  Ma Ben Spies non si &egrave; arreso. E ora passer&agrave; all&rsquo;enduro. 

Il texano campione del mondo Superbike del 2009 si cimenter&agrave; nell&#39;off road a stelle e strisce. &quot;Perch&eacute; no? Dopo il ritiro &egrave; stata dura...&quot; dice Spies

Il ritorno di Ben Spies: correr&agrave; nell&rsquo;enduro americano

Sotto la cupola del palasport di Genova negli anni si sono sfidati i pi&ugrave; grandi campioni di tutti i tempi, come Danny &ldquo;Magoo&rdquo; Chandler, &nbsp;Ricky Johnson, Jeremy Mc Grath, Mike La Rocco, Jan Michael Bayle, Jeff Emig, Bailey, Jonny Omara, Larry Ward, Jeff Stanton, Steve Lamson, Chad Reed, Justin Barcia, Trey Canard, Eli Tomac, Kevin Whindham, Mickael Pichon, Ernesto Fonseca, Antonio Cairoli.&nbsp; Ora Genova si prepara ad incoronare il prossimo campione.  Sabato 7 novembre ore 20.00 si spegneranno le luci e si accenderanno i motori: inizia il Supercross a Genova, l&rsquo;evento indoor pi&ugrave; importante di questo sport ed uno degli appuntamenti pi&ugrave; attesi dagli appassionati di fuoristrada.  Il Supercross genovese &egrave; sempre all&rsquo;avanguardia in Europa anche per quanto riguarda la realizzazione del tracciato. Anche questa edizione sar&agrave; disegnata e realizzata dal mago della ruspa Armando Dazzi, e viste le dimensioni mastodontiche del parterre della Fiera di Genova, potr&agrave; sbizzarrirsi al meglio.  Per la 36&deg; edizione del Monster Energy Genova Supercross &egrave; iniziata la prevendita dei biglietti: prenotando subito si pu&ograve; approfittare dei pacchetti speciali disponibili solo in prevendita. Le spese di prevendita sono gratis.  Il sito genovasupercross.com &egrave; aggiornato in tempo reale con tutte le news e il programma riguardanti la manifestazione.  Prezzo&nbsp;biglietti in prevendita (comprensivi di spese di prenotazione)  Settore  Non Numerato&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &euro; 50,00  Non Numerato Special Lady &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &euro; 40,00  Non Numerato Special Under 10 &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &euro; 27,00  Numerato &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &euro; 60,00  Numerato Special Under 10 &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &euro; 32,00  Gold Pass &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &euro; 102,50  Gold Pass Ridotto Under 10 &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &euro; 52,50  Platinum Pass &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; &euro; 182,50  Gold e Platinum Pass&nbsp;- Per chi volesse veramente concedersi un &ldquo;incontro ravvicinato&rdquo; con i campioni SX c&rsquo;&egrave; la possibilit&agrave; di acquistare i pass speciali Gold e Platinum, biglietti che danno accesso esclusivo ad attivit&agrave; ed aree a diretto contatto con i riders!

Per la 36&deg; edizione del Monster Energy Genova Supercross sono attesi grossi nomi del mondo delle due ruote artigliate. Appuntamento il 7 novembre

Il Supercross torna a Genova

Sfida titanica tra Tony Cairoli (Ktm) e Ryan Villopoto (Kawasaki) nel Mondiale cross MXGP questo week-end a Losail, in Qatar. Sia il 29enne siciliano che il 26enne statunitense hanno scelto di restare fedeli ai numeri che ne hanno contraddistinto i momenti pi&ugrave; esaltanti delle rispettive carriere: il 222 per Cairoli, il 2 per Villopoto. Valori che sono diventati autentici marchi di fabbrica, tanto da permetterli di riconoscerli come TC222 e RV2. Chi avr&agrave; la meglio tra i due?  Qui gli orari per seguire MXGP in TV.  Tony Cairoli ha passato un inverno come tanti altri. Un paio di feste per celebrare i successi della stagione appena conclusa, qualche settimana di riposo, poi via con gli allenamenti, duri e scrupolosi, quest'anno forse anche di pi&ugrave;. La stagione nuova l'ha iniziata a modo suo: vincendo. Gli Internazionali d'Italia, in questo caso.  Ryan Villopoto invece s'&egrave; nascosto a lungo. Nessuno sapeva dove fosse, cosa stesse facendo, come si stesse preparando alla grande sfida. Poi a fine gennaio i primi avvistamenti, pi&ugrave; incerti e misteriosi di quelli del Bigfoot. Finch&eacute; non sono usciti i primi video a confermare che s&igrave;, Ryan era in Italia, a sudare nelle sabbie mobili di Fertilia, Sardegna, per preparare l'assalto al trono di re Tony.    Chi vincer&agrave;? Red Bull lo ha chiesto a un po' di piloti... RYAN DUNGEY, vincitore di due titoli AMA Supercross e tre titoli AMA Motocross Ho corso contro Villopoto nel supercross e nel motocross, e devo dire che &egrave; molto competitivo. Cairoli per&ograve; &egrave; migliorato molto negli ultimi anni. Le piste del MXGP sono molto diverse, Cairoli le conosce gi&agrave; bene mentre Ryan invece dovr&agrave; studiarle ogni volta. Ad ogni modo io punto su Villopoto. MARVIN MUSQUIN, vincitore titolo MX2 2009 e 2010, attuale leader Campionato AMA Supercross 250 Anche se apprezzo Villopoto perch&eacute; &egrave; un grandissimo pilota, sono dalla parte di Antonio, perch&eacute; ho il massimo rispetto per tutto quello che fa e che ha raggiunto, per il suo carattere e il suo modo di correre. La loro sfida &egrave; una bella cosa per lo sport, e penso che anche i fans americani seguiranno con pi&ugrave; attenzione il Mondiale. Anche se credo che ci saranno altri piloti che possono inserirsi tra loro due, scommetto su Cairoli. ROGER DE COSTER, vincitore di 5 titoli Mondiali MX negli anni '70 Sar&agrave; una bella lotta. Per Cairoli &egrave; un'ottima opportunit&agrave; di mostrare il suo talento a tutto il mondo, perch&eacute; a volte non ci si rende conto di quanto sia forte. Non sar&agrave; facile per lui, perch&eacute; anche Villopoto &egrave; molto bravo, e non credo che stia pensando di venire in Europa in vacanza, correr&agrave; molto seriamente. Ma &egrave; diverso andare in Europa e vincere un paio di gare, rispetto a partecipare a tutto il campionato. Il cibo &egrave; diverso, cos&igrave; come i posti, le persone, i ritmi, si viaggia anche diversamente, e anche i piloti corrono in modo differente, mentre gli americani sono molto abitudinari perch&eacute; da loro ovunque vai &egrave; tutto pi&ugrave; o meno uguale, che ti trovi sulla costa Est o in quella opposta. Credo che sar&agrave; veramente un bel campionato, io punto su Cairoli perch&eacute; alla fine credo che la spunter&agrave; lui, sar&agrave; molto tirata ma un suo pregio &egrave; che non si fa prendere dal panico, sa come mantenere la calma e la concentrazione. KEN ROCZEN, vincitore titolo MX2 2011 e campionato AMA Motocross 450 2014 Considerando tutta la stagione, la mia preferenza &egrave; per Cairoli, RV non avr&agrave; nessuna possibilit&agrave; perch&eacute; Cairoli &egrave; Cairoli e in Europa &egrave; tutto diverso. Tony &egrave; un mio buon amico, e credo che ce la far&agrave;, per cui punto tutto su di lui.  &nbsp;   Red Bull ha incontrato anche altri amici del Motocross, facendo loro due domande semplici:  1. Cairoli contro Villopoto: chi vincer&agrave; e perch&eacute;?  2. Chi pu&ograve; essere l'outsider in grado di insidiare i due grandi favoriti?  Ecco alcune risposte.&nbsp;  AARON HANSEL - Editor-At-Large per RacerX Online e redbull.com 1. Sgombriamo subito la pista dalle formalit&agrave;, ok? Villopoto e Cairoli sono due incredibili talenti, e sono gi&agrave; leggende di questo sport. Dire chi vincer&agrave; il Mondiale 2015 &egrave; azzardato quanto un&rsquo;impresa di Robbie Maddison. Detto questo, tocca sbilanciarsi&hellip; e io mi sbilancio dalla parte di Villopoto. Lo vedo correre ormai da anni, e l&rsquo;ho visto annientare i migliori talenti dell&rsquo;AMA. Certo, di tanto in tanto &egrave; stato battuto, ma a fine stagione era sempre davanti. Negli anni in cui non ha subito infortuni, ha sempre vinto il campionato. Certo ci sono molti aspetti che gli complicheranno la vita: dovr&agrave; adattarsi al format di gara su due giorni (le gare dell&rsquo;AMA sono su un&rsquo;unica giornata), avr&agrave; enormi pressioni dagli sponsor e l&rsquo;occhio dei media puntati addosso (cosa che gi&agrave; in Usa non amava per niente), e rischia di essere surclassato sui percorsi pi&ugrave; sabbiosi, Lommel su tutti. Ma non mi aspetto che questi fattori spostino l&rsquo;ago della bilancia a favore di Cairoli - Villopoto &egrave; abituato da anni a gestire le responsabilit&agrave; legate al fatto di essere un campione, e quanto a pressioni anche Cairoli avr&agrave; i suoi bei problemi. La cosa incredibile di Villopoto &egrave; che, quando necessario, ha sempre trovato il modo di alzare il suo rendimento a livelli irraggiungibili per gli altri, in America. Credo possa farlo anche ora che dovr&agrave; lottare contro Cairoli.  2. Gautier Paulin. Dopo aver visto come ha corso al Motocross delle Nazioni 2014, &egrave; dura chiamarlo outsider. L&rsquo;anno scorso ha vinto 5 manche, e senza l&rsquo;infortunio sarebbero state di pi&ugrave;, quest&rsquo;anno ne vincer&agrave; altre. Mentalmente, avr&agrave; anche il vantaggio di sapere che la sua nuova Honda HRC non &egrave; seconda a nessuno, e avr&agrave; al suo fianco come Team Manager il leggendario Jean-Michel Bayle. Unendo tutti questi ingredienti, Paulin potrebbe riuscire a preparare un piatto indigesto per Tony e Ryan. LLUIS LLURBA - Offroad Editor per Motociclismo Magazine (Spagna) 1. Ryan Villopoto ha lavorato molto duramente in inverno, con il suo amico Tyla Rattray che gli ha spiegato un po&rsquo; di cose sul mondo MXGP. Ma non baster&agrave; per battere Cairoli. L&rsquo;italiano conosce la maggior parte dei circuiti come le sue tasche, mentre Villopoto dovr&agrave; adattarsi.  2. Ci sono tanti altri nomi da tenere in considerazione: Searle, Bobryshev, Dycker, Paulin, Frossard, Nagl&hellip; Per me per&ograve; gli unici due che potranno davvero insidiare Villopoto e Cairoli sono Jeremy Van Horebeek e soprattutto Clement Desalle.   GARTH MILLAN, fotografo di MX 1. La prima cosa che mi viene in mente quando penso alla nuova stagione sono i tifosi. Seguo da vicino questo sport da ormai 30 anni, e non ho mai visto cos&igrave; tanta eccitazione e attenzione in America per il Mondiale MX. Posso solo immaginare quanto siano gasati i tifosi europei. Venendo ai nostri due uomini, &egrave; dura, ma punto su Villopoto. E&rsquo; un tale combattente, e sento che, anche se ci metter&agrave; qualche gara a trovare il ritmo e ad abituarsi alle differenze rispetto al motocross USA, sar&agrave; presto al&rsquo;altezza e potr&agrave; vincere il titolo. E&rsquo; cos&igrave; forte che pu&ograve; farcela.  2. D&rsquo;istinto mi vengono in mente Ken de Dycker e Gautier Paulin. Credo che loro due contribuiranno a rendere le cose interessanti nel 2015, e farei particolare attenzione a Paulin. Fiammetta La Guidara    

Sfida titanica tra Tony Cairoli e Ryan Villopoto nel Mondiale cross MXGP questo week-end a Losail, in Qatar. Chi avr&agrave; la meglio?

Motocross, Cairoli vs Villopoto

All'indomani della prima gara della nuova stagione del Supercross americano, facciamo un salto indietro nel 1991 con un video d'autore: a firmarlo &egrave; infatti Mauro Valentinuzzi, collaboratore di Motosprint negli anni Ottanta e oggi regista televisivo dello sport. Nel 1991 si era recato negli Stati Uniti per riprendere con la sua telecamera aspetti inediti del campionato americano delle ruote artigliate.   1991 Ama Supercross from VM News on Vimeo.  Il 1991 fu un anno grandioso per il Motocross a stelle e strisce, ma non per le imprese di un pilota americano. Fu tale, invece, per la stagione storica siglata da un piilota francese che ha cambiato l&rsquo;intero panorama del motocross mondiale: Jean-Michel Bayle. Venti anni pi&ugrave; tardi, i piloti stranieri continuano a cercare un percorso in America, seguendo i passi dell'enigmatico pilota di Casa Honda che seppe dimostrare che gli americani non erano pi&ugrave; invincibili in AMA Supercross.  Nei due anni precedenti al 1991 Jean-Michel Bayle aveva dato prova di essere in grado di vincere nell'indoor e nell'outdoor, e su moto di qualsiasi cubatora. Nel National aveva vinto su 125, 250 e 500 National, e si era aggiudicato anche come una manciata di main events all'AMA Supercross. Tutto questo gi&agrave; al suo primo anno di gare negli Stati Uniti. Cos&igrave;, quando mise fine alla striscia vincente in campionato del compagno di squadra Jeff Stanton con una perentonea affermazione nel campionato AMA Supercross, Stanton dichiar&ograve; di ammirare la la capacit&agrave; "naturale" di Bayle, che lo faceva vincere apparentemente senza sforzo. Il 1991 fu anche l&rsquo;ultima stagione di gare di Rick Johnson.  Fiammetta La Guidara  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;

All'indomani della prima gara della nuova stagione del Supercross americano, facciamo un salto indietro nel 1991 con un video d'autore!

Amarcord: AMA Supercross  

Kiara Fontanesi come Jean Michel Bayle? Finora il francese &egrave; stato l'unico campione di motocross a cimentarsi anche nella velocit&agrave;. Abituati a vederla nel suo completo da cross, impegnata a saltare in piedi sulle pedane e con la visiera infangata, la sua presenza nei box di Varano de' Melegari nella tuta di pelle non &egrave; passata inosservata. Nella foto in alto, &egrave; con il fidanzato Elia Sammartin pochi minuti prima del&nbsp; via. Con soltanto un paio di sessioni di prova alle spalle, e una prima uscita in pista che risale addirittura all'anno scorso, Kiara Fontanesi si &egrave; cimentata senza paura nella sua prima esperienza in velocit&agrave;. Un "salto" che in pochi avrebbero fatto, con cos&igrave; poca esperienza in pista. Con queste premesse, Kiara non puntava certo ai risultati: l'importante, per lei, era portare a termine la sfida. E' arrivata al traguardo, e questo conta. Non solo: partita per disputare una sola gara, ha preso il via in ben due griglie nel contesto del Trofeo Motoestate, in sella ad una Yamaha: la Race Attack e la Moto di Serie 600, dove si &egrave; piazzata rispettivamente quindicesima e sedicesima, abbassando i suoi crono da una gara all'altra: il suo miglior giro in gara &egrave; stato 1'15''715. Fiammetta La Guidara 

Tre volte iridata nel motocross, si &egrave; cimentata per la prima volta in pista, in ben due gare a Varano de' Melegari

Kiara Fontanesi a Varano

Kiara Fontanesi, tre titoli mondiali di Motocross, debutta in velocit&agrave;. Lo far&agrave; oggi nel Trofeo Motodiserie 600, categoria che compone il palinsesto dello storico Trofeo Motoestate. Una gara per provare una disciplina diversa dalla sua e mettersi a confronto con i piloti del torneo per un weekend di divertimento e adrenalina. Il debutto di Kiara in velocit&agrave;, seppur per una gara, poi torner&agrave; subito al Motocross per difendere la tabella numero 1, &egrave; unico. Mai nessuna crossista si &egrave; cimentata in entrambe le discipline. Unico campione del mondo passato dalle ruote tassellate a quelle slick fu Jean Michel Bayle nel 1992, per poi proseguire la carriera fino al 1999. La gara di Varano rappresenta dunque una nuova sfida per la campionessa del mondo che aveva provato la Yamaha R6 stradale lo scorso anno a Modena in un corso Riding School. Ed era andata subito bene. Da l&igrave; la promessa che se avesse vinto il mondiale avrebbe partecipato a una gara.  In un video esclusivo dedicato ai followers di Motosprint, le dichiarazioni di Kiara prima del via. Kiara partir&agrave; settima delle 600, con il crono di 1'16.108.  

In un video esclusivo dedicato ai followers di Motosprint, le dichiarazioni di Kiara prima del via

Kiara Fontanesi debutta in velocit&agrave;

Chiara Fontanesi, tre titoli mondiali di Motocross, debutta in velocit&agrave;. Lo far&agrave; nel Trofeo Motodiserie 600, categoria che compone il palinsesto dello storico Trofeo Motoestate, in programma a Varano l&rsquo;11 e 12 ottobre. Una gara per provare una disciplina diversa dalla sua e mettersi a confronto con i piloti del torneo per un weekend di divertimento e adrenalina.  Il debutto di Chiara in velocit&agrave;, seppur per una gara, poi torner&agrave; subito al Motocross per difendere la tabella numero 1, &egrave; unico. Mai nessuna crossista si &egrave; cimentata in entrambe le discipline. Unico campione del mondo passato dalle ruote tassellate a quelle slick fu Jean Michel Bayle nel 1992, per poi proseguire la carriera fino al 1999.  La gara di Varano rappresenta dunque una nuova sfida per la campionessa del mondo che aveva provato la Yamaha R6 stradale lo scorso anno a Modena.  &nbsp;&ldquo;Rispetto al cross la velocit&agrave; &egrave; molto diversa. Subito ho dovuto prendere confidenza con la velocit&agrave; e poi con le traiettorie per sfruttare al meglio la pista. Un&rsquo;altra cosa diversa &egrave; il sorpasso, infatti avevo un po&rsquo; di timore quando mi passavano o provavo a sorpassare. Anche questo &egrave; diverso da cross, cos&igrave; come lo stile di guida. Nel cross si piega molto la moto, qui conta tanto spostarsi con il corpo all&rsquo;interno della curva&rdquo;.

Dopo 3 titoli mondiali nel cross, correr&agrave; il Trofeo Motodiserie a Varano

27 risultati per 'Bayle'

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Kiara Fontanesi debutta in velocità

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